Unione europea: la nuova strategia per i diritti delle persone con disabilità
Il 3 dicembre di ogni anno l’Unione europea celebra la Giornata europea delle persone con disabilità, che coincide con la Giornata internazionale indetta dalle Nazioni Unite nel 1981. Il 23 dicembre invece si ricorda l’anniversario della ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità da parte dell’Unione Europea: si tratta del primo caso nella storia in cui un’organizzazione regionale diventa parte contraente di un trattato internazionale sui diritti umani, a riconferma dell’importanza che l’UE pone sui diritti fondamentali.
La ratifica europea della Convezione sui Diritti delle Persone con Disabilità ha portato benefici concreti agli 87 milioni di persone con disabilità(1) che vivono in Europa: in primo luogo, ha uniformato il diritto relativo alla disabilità a livello europeo e nazionale, ha spinto alla creazione di politiche coerenti e comprensive e ha apportato un ulteriore modo, seppur limitato, di monitorare l’attuazione della Convenzione.
L’Unione europea, infatti, come ogni Stato parte della Convenzione, è tenuta a presentare un rapporto periodico sulle misure attuative al Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità, composto da 18 esperti indipendenti che si riuniscono due volte all’anno a Ginevra. A marzo 2022, questo Comitato inizierà il secondo processo di revisione dell’attuazione della Convenzione da parte dell’Unione europea: il risultato di questo processo è una serie di raccomandazioni che l’UE dovrebbe tenere in considerazione per attuare al meglio gli articoli della Convenzione.
Durante il primo ciclo di revisione, conclusosi nel 2015, il Comitato si è soffermato sulla Strategia europea per la disabilità 2010-2020, adottata prima della ratifica ufficiale della Convezione. La valutazione globale di questa strategia ha mostrato che l’UE ha contribuito a migliorare sostanzialmente la situazione delle persone con disabilità in Europa, in particolare per quanto riguarda l’accessibilità (per esempio, con la Direttiva 2019/882 sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi, il cosidetto “European Accessibility Act”, e la Direttiva 2016/2102 relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici), e mettendo la promozione dei diritti delle persone con disabilità al centro dell’agenda europea.
Durante il primo ciclo di revisione, conclusosi nel 2015, il Comitato si è soffermato sulla Strategia europea per la disabilità 2010-2020, adottata prima della ratifica ufficiale della Convezione. La valutazione globale di questa strategia ha mostrato che l’UE ha contribuito a migliorare sostanzialmente la situazione delle persone con disabilità in Europa, in particolare per quanto riguarda l’accessibilità (per esempio, con la Direttiva 2019/882 sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi, il cosidetto “European Accessibility Act”, e la Direttiva 2016/2102 relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici), e mettendo la promozione dei diritti delle persone con disabilità al centro dell’agenda europea.
Tuttavia, diverse organizzazioni europee di persone con disabilità, in primis il Forum Europeo delle persone con disabilità, hanno sottolineato che, nonostante enormi passi avanti nelle aree sopracitate, saranno necessari maggiori sforzi per armonizzare, per esempio, la legislazione europea contro la discriminazione, che continua ad essere inconsistente e che protegge le persone con disabilità solo nel settore lavorativo e della formazione professionale.
Un’altra istanza delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità riguarda la garanzia di parità di accesso ad un’assistenza sanitaria moderna ed efficiente. Questa richiesta assume ancora più rilevanza nella situazione sanitaria corrente: come riconosciuto dallo stesso Consiglio dell’Unione europea (2), le persone con disabilità sono state colpite più gravemente dalla pandemia COVID-19, con conseguenze gravi sia a livello di salute fisica e mentale che di isolamento sociale ed economico.
Per rimediare a questa situazione, la Commissione europea ha adottato una nuova Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030, che tiene in considerazione le raccomandazioni conclusive del Comitato ONU e le richieste delle organizzazioni europee di persone con disabilità. Come riportato nella strategia, nonostante notevoli miglioramenti, le persone con disabilità in Europa “affrontano ancora barriere sistemiche nell’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, all’occupazione, alle attività ricreative così come alla partecipazione alla vita politica. Inoltre, esse incorrono un rischio maggiore di povertà o di esclusione sociale (28,4%) rispetto alle persone senza disabilità (18,4%). Nel corso del 2019, più della metà delle persone con disabilità dichiara di essersi sentita discriminata”. La situazione delle donne con disabilità è ancora più sfavorevole: secondo l’ultimo Gender Equality Index (2021), il 20% delle donne con disabilità sono occupate a tempo pieno rispetto al 29% degli uomini con disabilità, al 48% delle donne senza disabilità e al 64% degli uomini senza disabilità. Rispetto all’indice 2020, la percentuale di donne con disabilità che lavorano a tempo pieno è diminuita di -0,6 punti mentre quella degli uomini con disabilità è aumentata di +0,5 punti. Inoltre, le donne con disabilità in Europa continuano ad avere un reddito netto medio equivalente più basso e si laureano meno all’università: infatti, solo il 15% delle donne con disabilità si laurea all’università, rispetto al 17% degli uomini con disabilità, al 30% delle donne senza disabilità e al 28% degli uomini senza disabilità. Questo dato è inferiore all’indice 2020 con una diminuzione di -0,2 punti per le donne con disabilità e -0,5 punti per gli uomini con disabilità.
Tenendo conto di questa situazione, la nuova Strategia europea si pone l’obiettivo di garantire alle persone con disabilità in Europa, indipendentemente da genere, origine etnica, orientamento religioso, età e orientamento sessuale, il godimento dei diritti umani e di pari opportunità nella società e nel lavoro; la libertà di decidere dove, come e con chi vivere; la libertà di movimento nell’UE indipendentemente dalle loro esigenze di sostegno, e la tutela da ogni forma di discriminazione. Per attuare tale Strategia, l’UE mira a mettere in campo una serie di iniziative concrete, tra cui: la proposta di una Carta della disabilità a partire dal 2023 per facilitare il libero movimento delle persone con disabilità in tutti i Paesi dell’UE, e la preparazione di una guida di orientamento per migliorare la qualità dei servizi sociali dedicati alle persone con disabilità e per sostenere il loro diritto ad una vita autonoma e indipendente.
La nuova Strategia è stata accolta con favore dal Forum Europeo sulla disabilità , network rappresentativo delle organizzazioni europee di persone con disabilità, in particolare per l’impegno alla de-istituzionalizzazione delle persone con disabilità e alle riforme sanitarie nazionali, anche a fronte delle maggiori difficoltà vissute a causa della pandemia, e per il riconoscimento della situazione specifica di donne e giovani con disabilità che sperimentano forme multiple di discriminazione sulla base, per esempio, del genere e dell’età.
La nuova Strategia e il secondo esame periodico da parte del Comitato ONU rappresentano due occasioni importanti per chiamare gli organi di governo dell’Unione europea a rispondere del proprio operato e concretizzare gli impegni presi per garantire a tutti i cittadini europei con disabilità pari diritti.
A cura di Eleonora Guzzi