La parola all’Unione che sarà: la Conferenza sul Futuro dell’Europa
La Conferenza sul Futuro dell’Europa è il più grande esercizio di democrazia partecipativa nella storia dell’Unione europea. Ha l’obiettivo di consentire “ai cittadini europei di esprimere il loro parere sulle future politiche e sul funzionamento dell’Unione”. Inaugurata ufficialmente il 9 maggio 2021, nel giorno dell’anniversario della dichiarazione con cui il ministro degli Esteri francese Robert Schuman, nel 1950, proponeva di dare vita a un progetto di cooperazione internazionale per la messa in comune della produzione di carbone e acciaio in Europa, la Conferenza è stata concepita per concludersi un anno dopo, il 9 maggio 2022.
«L’Europa non potrà farsi un una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto.»
Robert Schuman, 9 maggio 1950
Per garantire la buona riuscita di questa grande consultazione, le tre principali istituzioni dell’Unione europea hanno ritenuto opportuno creare una piattaforma digitale multilingue in cui raccogliere tutte le proposte dei cittadini e delle cittadine in nove aree di interesse: economia e giustizia sociale; trasformazione digitale; istruzione, cultura, gioventù e sport; l’Ue nel mondo, migrazione, democrazia europea; valori e stato di diritto; cambiamento climatico e ambiente; salute.
Selezionati da un meccanismo di feedback, i contributi principali sono confluiti nel lavoro dei quattro panel tematici, comitati formati da 200 cittadini e cittadine rappresentativi della società europea in termini di origine geografica, genere, età, contesto socioeconomico e/o livello di istruzione dei partecipanti. Le raccomandazioni finali dei quattro comitati hanno l’obiettivo di alimentare la discussione all’interno della plenaria della Conferenza, costituita da 449 rappresentanti provenienti dalle tre istituzioni dell’Ue, (Commissione europea, Consiglio dell’UE e Parlamento europeo), dai parlamenti nazionali, dai panel di cittadini, dal Comitato europeo delle regioni (CdR), dal Comitato economico e sociale europeo (CESE), dalle parti sociali e dalla società civile. La plenaria organizza le sue discussioni organizzandosi in nove gruppi di lavoro, che riproducono la suddivisione per aree tematiche in cui viene organizzata la discussione nella piattaforma multilingue.
Sarà il comitato esecutivo, composto da tre rappresentanti per ciascuna istituzione europea a presentare il 9 maggio 2022 le conclusioni finali della Conferenza dopo averle elaborate “in uno spirito di piena cooperazione e trasparenza” così come Commissione, Consiglio e Parlamento hanno sancito nella dichiarazione congiunta prima dell’avvio della Conferenza.
Nella versione finale di questo documento era stato escluso il riferimento esplicito a una riforma dei trattati europei, uno scenario fortemente voluto da gran parte del Parlamento europeo ma considerato divisivo.
A che punto siamo ora?
In queste settimane la plenaria sta discutendo le 177 raccomandazioni emerse dai panel dei cittadini. Dalla creazione di una legge elettorale europea, alla possibilità di indire referendum europei vincolanti, dall’istituzione di sussidi per le aziende che rispettano degli standard per prevenire le discriminazioni sul posto di lavoro a un vero salario minimo europeo, l’assemblea sta discutendo quanto emerso dai quattro comitati dei cittadini per adottare le sue proposte nella sessione plenaria del 29-30 aprile. I cittadini europei, tuttavia, potranno continuare a farsi sentire attraverso la piattaforma digitale multilingue.
La plenaria della Conferenza ha cominciato a elaborare per la prima volta le raccomandazioni presentate dai panel dei cittadini nella plenaria del 25 e 26 marzo. I deputati riuniti nei nove gruppi di lavoro hanno invitato “a prendere sul serio anche le proposte più ambiziose dei cittadini” impegnandosi a difendere il prezioso lavoro svolto dai cittadini europei nel processo della Conferenza. I 108 eurodeputati si sono detti disponibili a lavorare per raggiungere politiche europee più forti in settori come la salute, la politica estera, la gioventù, l’istruzione e la cultura.
La Conferenza nelle scuole: il Progetto Ambasciatori della Fondazione Antonio Megalizzi
Dal divieto di sfruttamento degli animali a scopo di intrattenimento con chiusura degli zoo a livello europeo proposto dalla 2°D, al limite quantitativo di pesce pescato suggerito dalla 3°I, anche le classi che hanno aderito al Progetto Ambasciatori della Fondazione Antonio Megalizzi hanno partecipato al grande esercizio della Conferenza sul Futuro dell’Europa.
Solo dall’Istituto Comprensivo San Pio V a Roma, sono emerse oltre dieci raccomandazioni per diventare artefici del futuro da cittadini attivi dell’Unione che sarà.
Il Progetto Ambasciatori ci ha permesso di incontrare centinaia di studenti e studentesse in tutta Italia per discutere con loro del passato, del presente e del futuro dell’Unione europea. Dopo aver selezionato 30 ragazzi e ragazze su tutto il territorio nazionale e averli formati sui temi legati all’Unione europea e alla comunicazione, gli Ambasciatori e le Ambasciatrici hanno avviato dei percorsi di educazione alla cittadinanza europea. La storia dell’integrazione europea, i valori, il significato di democrazia, le sfide di oggi e la comunicazione sono stati i temi al centro degli appuntamenti. Grazie a questi spazi, i nostri Ambasciatori e le nostre Ambasciatrici forniscono strumenti per comprendere il mondo che ci circonda, promuovendo la cittadinanza e lo sviluppo di un senso critico. La Fondazione così si impegna a dare voce ai più giovani e insegnare il significato della partecipazione attiva.
A cura di Gianluca Martucci