Il G7 di Hiroshima tra crisi ucraina e sfida cinese
Si è concluso dopo tre giorni di lavoro il G7 (G8 fino all’espulsione della Russia nel 2014), il vertice dei leader delle 7 maggiori economie democratiche del mondo. All’appuntamento annuale hanno partecipato anche la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
La scelta di Hiroshima, tristemente nota per il primo utilizzo dell’atomica, non è stata casuale, così come non lo è stato il primo atto ufficiale del vertice, ovvero una visita al memoriale della pace di Hiroshima, dedicato proprio alle vittime del 1945. Joe Biden, il secondo presidente americano tornato sul luogo della tragedia (dopo Obama), ha omaggiato le vittime senza tuttavia porgere delle scuse ufficiali della Casa Bianca, fedele alla posizione americana secondo la quale, durante la Seconda Guerra Mondiale, un invasione del Giappone avrebbe fatto più vittime dell’arma nucleare.
Un’apertura del Summit che ha dunque ricordato alla comunità internazionale che la minaccia nucleare è ancora un’opzione, come lo stesso Putin ha tenuto a evidenziare non più di due mesi fa, annunciando il ritiro della Russia dal trattato START per la riduzione degli armamenti nucleari.
La crisi ucraina è stata al centro delle discussioni del G7 che, riaffermando il proprio sostegno incondizionato, ha annunciato una nuova tranche di sanzioni contro le esportazioni di rame e di diamanti russi (30% della produzione globale), che contribuiscono a finanziare la macchina bellica di Mosca.
Esistono tuttavia diversi mercati, oltre a quello occidentale, interessati ai minerali russi, e lo stesso si può dire del suo petrolio, di cui India e Cina rimangono tra i principali importatori dall’inizio del conflitto, riducendo – se non annullando – l’effetto delle sanzioni adottate finora. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’economia russa crescerà quest’anno più di quella inglese e di quella tedesca, mantenendo dunque il segno “più” a dispetto delle previsioni di un calo del 8,5 per cento entro la fine del 2022. Si è creata inoltre un’intera schiera di paesi come Turchia, Kazakistan, Bielorussia Armenia, Georgia, Emirati Arabi Uniti e la stessa Cina, che stanno ideando tattiche sempre più creative per aggirare le sanzioni occidentali e conservare i propri rapporti commerciali con la Russia, inclusa la fornitura componenti necessarie alla produzione di armamenti. La forza delle sanzioni, in termini pratici, resta quantomeno dubbia. Altra novità sul fronte ucraino dal G7, i paesi europei hanno ottenuto il via libera da Washington per fornire caccia F16 all’esercito ucraino, una scelta che non più di qualche settimana fa era del tutto fuori discussione e portando così a un ulteriore – e ormai incessante – escalation del conflitto, nonché un coinvolgimento occidentale sempre più diretto.
L’altro grande tema del vertice è stato il rapporto con la Cina, formalmente accusata, come si legge nel comunicato finale, per il suo aggressivo espansionismo sia economico che territoriale, con un chiaro riferimento a Taiwan. La tensione tra i due paesi nell’ ultimo anno non ha fatto infatti che aumentare, specie dopo la visita in California del presidente taiwanese Tsai Ing-wen avvenuta lo scorso aprile e a seguito del quale la Cina aveva dato il via a massicce esercitazioni militari nello stretto di Taiwan, dichiarando in un comunicato emesso dal Comando orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione di “essere pronta combattere in qualsiasi momento”.
Nella condanna al ruolo economico della Cina, accusata di distorcere la concorrenza globale con pratiche commerciali anti mercato, il ruolo dell’Unione europea è stato rilevante. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato: “Bisogna trovare un’alternativa alla Via della Seta”, sottolineando l’importanza dell’autonomia strategica dell’UE e della sua capacità di agire come attore globale. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha invece affermato che l’UE è pronta a lavorare con la Cina quando è possibile, ma anche a difendere i suoi interessi e i suoi valori quando è necessario.
Il G7 di Hiroshima si è concluso con una dichiarazione finale che ha sintetizzato le principali posizioni dei leader sui temi affrontati. Il vertice ha dimostrato la volontà dei “Grandi Sette” di rafforzare la loro cooperazione multilaterale per affrontare le sfide globali del presente e del futuro.
A cura di Filippo Virdia
Note
IMF forecasts: https://www.reuters.com/business/finance/imf-cuts-global-growth-forecast-due-seismic-waves-russias-war-ukraine-2022-04-19/
Biden non chiederà scusa: https://www.thetimes.co.uk/article/hiroshima-atomic-bomb-nagasaki-g7-summit-2v2stgm5p
Russia produces 30% of the world’s diamonds https://www.euronews.com/my-europe/2023/05/23/russian-diamond-sanctions-in-g7s-sights-but-doubts-remain-over-impact-of-ban
Effetto sanzioni petrolio annullato https://www.ecb.europa.eu/pub/economic-bulletin/focus/2023/html/ecb.ebbox202302_02~59c965249a.en.html https://www.bbc.com/news/world-asia-india-60783874
Sanzioni aggerate https://www.lemonde.fr/en/international/article/2023/04/30/war-in-ukraine-russia-finds-loopholes-in-western-sanctions_6024869_4.html
No agli F16 Biden https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/01/31/ukraine-f16-biden/
Dichiarazione Von der Leyen https://tg24.sky.it/mondo/2023/05/19/g7-hiroshima-sanzioni-russia
Dichiarazione Michel https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2023/05/19/remarks-by-president-charles-michel-before-the-g7-summit-in-hiroshima/
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