Dall’invasione russa dell’Ucraina, l’integrità territoriale è tornata al centro del dibattito geopolitico. Ma quanto conosciamo davvero questo concetto e cosa implica la sua difesa?

Giu 12, 2025 | News

Dopo la seconda guerra mondiale il concetto di integrità territoriale è diventato un principio centrale del diritto internazionale. Il rispetto della sovranità e dei confini delle nazioni ha garantito, per quanto possibile, pace e stabilità. L’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite obbliga gli Stati membri a non usare la forza contro altri Paesi, ponendo le basi di un nuovo ordine globale.

L’aggressione e la violazione dei territori di un Paese sono stati così criminalizzati dalla Corte penale internazionale: violenze e conflitti causati da dispute territoriali o riguardanti i confini venivano delegittimati, segnando il rifiuto della guerra e delle idee che nei decenni precedenti l’avevano sostenuta.

L’integrità territoriale tutela la sovranità di uno Stato, riconoscendo il controllo esclusivo sul proprio territorio, sulla popolazione, sulle risorse e sull’applicazione delle leggi all’interno dei confini riconosciuti. Significa anche che, le violazioni territoriali dell’indipendenza di uno Stato minacciano l’ordine interno, e compromettono lo sviluppo e il benessere del Paese violato e della sua popolazione. Il mancato riconoscimento della sovranità di un territorio e il conflitto armato per la conquista hanno conseguenze non solo in termini di vite umane, di costi economici o amministrativi, ma anche anche l’identità, la cultura e la storia di un Paese e del suo popolo.

In Europa, la memoria della guerra ha portato gli Stati a creare un sistema di cooperazione che consentisse di garantire il mutuo riconoscimento tra Stati e dei reciproci confini, al fine di garantire uno sviluppo pacifico. Nel 1975, in piena Guerra fredda, i Paesi europei firmarono degli accordi storici con gli Stati Uniti e l’URSS: gli accordi di Helsinki, capaci di portare insieme il blocco occidentale e orientale per cooperare nell’ambito della sicurezza. Gli accordi ribadivano proprio la sovranità e indipendenza degli Stati, l’inviolabilità delle frontiere e il rispetto dell’integrità territoriale.

Nello stesso periodo, anche i Paesi europei  collaboravano per promuovere il rispetto della reciproca sovranità, raggiungendo risultati capaci di dimostrare i benefici e le opportunità offerte da una cooperazione che fosse in grado di andare oltre i confini nazionali: dieci anni dopo gli accordi di Helsinki, nel 1985, cinque Paesi già appartenenti alla Comunità economica europea (denominata poi Comunità europea nel 1993 e Unione europea dal 2009), firmavano gli accordi di Schengen, con i quali i controlli di frontiera venivano aboliti, consentendo ai cittadini di attraversare liberamente i confini tra i Paesi. L’evoluzione di questo sistema ha portato nel 1995 all’istituzione dell’Area Schengen, che, nel 2025, conta 29 Paesi membri, appartenenti e non all’Unione Europea. La realizzazione di un’area di libera circolazione così ampia costituisce una sfida al principio di integrità territoriale e al controllo da parte di ciascun paese sui propri confini. La libertà di movimento nell’Area Schengen rappresenta un importante esempio di come la cooperazione internazionale, fondata sul rispetto di comuni valori e dei principi del diritto internazionale, possa contribuire a realizzare uno sviluppo pacifico, alternativo a quello fondato su violenza e conflitto. Il trattato sull’Unione Europea, in vigore dal 2009, riconosce infatti nell’articolo 4 la salvaguardia dell’integrità territoriale come funzione essenziale dello Stato, elemento che coesiste con la libera circolazione e con il riconoscimento di un bordo esterno comune dell’Unione Europea.

 Il contesto internazionale contemporaneo mette in discussione i principi che dalla fine della Guerra mondiale hanno guidato le relazioni tra gli Stati. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 ha riportato la necessità, tra i paesi dell’Unione Europea, di ribadire il rispetto del diritto internazionale e della sovranità degli Stati, fornendo sostegno e solidarietà all’Ucraina. Ulteriori sfide al principio di integrità territoriale sono poste dalle tecnologie moderne: in un mondo sempre più interconnesso, il territorio degli Stati si espande nel cyber-spazio e nell’aerospazio, aree intangibili ma sempre più rilevanti. Adattarsi alle trasformazioni in corso è quindi indispensabile nella comunità internazionale, affinché il rispetto della sovranità e del diritto continuino a rappresentare il fondamento per la convivenza e lo sviluppo pacifico a livello globale.

Articolo a cura di Cristel Vinciguerra