UE-lezioni: Per chi votare?

Mag 5, 2024 | News

UE-LEZIONI È UNA RUBRICA REALIZZATA DAI VOLONTARI DELLA FONDAZIONE ANTONIO MEGALIZZI PER PREPARARCI ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024. UN PERCORSO A TAPPE PER CAPIRE FACILMENTE PERCHÉ VOTIAMO, PER CHI VOTIAMO, COME VOTIAMO E COSA SUCCEDERÀ DOPO IL VOTO.

Ha preso ufficialmente il via la campagna elettorale dei candidati che proveranno a farsi eleggere al Parlamento europeo per definire le politiche che influenzeranno la vita di milioni di cittadini dell’Unione per i prossimi cinque anni. Gli eletti del Parlamento europeo si uniscono in gruppi politici chiamati in gergo eurogruppi, organizzati in base alle loro affinità politiche anziché alla nazionalità e senza necessariamente rispecchiare le coalizioni che gli stessi partiti hanno stretto  a livello nazionale. Questo approccio apre la possibilità di una convergenza anche tra i diversi gruppi parlamentari europei, distanti tra di loro a livello nazionale, su questioni normative, così come su questioni più ampie, come ad esempio il sostegno alla commissione.

Attualmente, esistono sette gruppi politici così distinti:

Partito Popolare Europeo (PPE): rappresenta il principale gruppo politico al Parlamento europeo, composto principalmente da partiti di centro-destra. Tra i suoi membri figurano la CDU tedesca, il Partido Popular spagnolo e Forza Italia.

Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici (S&D):  rappresenta i partiti di centro-sinistra ed è composto da diverse forze politiche. Tra i suoi membri troviamo il Partito Democratico, l’SPD tedesco e il Partito Socialista Operaio Spagnolo.

Renew Europe (RE): è un gruppo politico di orientamento liberale e centrista. Al suo interno ci sono, tra gli altri, Azione e la Lista Stati Uniti d’Europa formata da +Europa e Italia Viva, Renaissance e il Partito Liberale Democratico tedesco.

Verde – Alleanza Libera Europea (Verdi/Ale):  riunisce i partiti verdi e progressisti. Ne fanno parte, tra gli altri, Europa Verde dell’Italia, Europa Ecologia/I Verdi Francese e Sinistra Verde dei Paesi Bassi.

Identità e Democrazia (ID): è un’alleanza di forze sovraniste. Al suo interno figurano, tra gli altri, la Lega, Rassemblement national e Alternative für Deutschland.

Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR): riunisce partiti conservatori e riformisti. Tra i suoi membri, Fratelli d’Italia, Diritto e Giustizia e Vox.

Sinistra Unitaria Europea / Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL): rappresenta i partiti di sinistra e di estrema sinistra. Al suo interno troviamo, tra gli altri, Sinistra Italiana, Podemos e Die Linke.

Gli eurodeputati che non si uniscono a nessun gruppo politico definito – come in questa legislatura quelli eletti tra le fila del Movimento Cinque Stelle – diventano membri del gruppo dei “Non iscritti”, che, sebbene limitato in termini di influenza, mantiene comunque alcune prerogative all’interno del Parlamento europeo. La condizione del gruppo dei “non iscritti” contraddistinta da assenza di uniformità e struttura, presenti invece nelle altre componenti del Parlamento, pone in evidenza le sfide e i vincoli che gli eurodeputati indipendenti devono affrontare nel contesto parlamentare europeo.  

Foto di Simon da Pixabay

A partire da quest’anno, il Parlamento europeo sarà composto da 720 membri e non più 705 membri (cosiddetti “MEP”, members of European Parliament), a seguito della Brexit. 

Ciascun europarlamentare si avvale dell’aiuto di collaboratori che coadiuvano il suo lavoro sia presso le due sedi del Parlamento europeo a Bruxelles e a Strasburgo, sia presso i territori del paese membro di appartenenza in cui l’europarlamentare ha la sua circoscrizione elettorale di riferimento.

 

Ogni europarlamentare con la sua squadra partecipa alle riunioni del gruppo politico di appartenenza e alle commissioni periodiche di aggiornamento sui temi loro assegnati. 

I deputati vengono spesso designati con il termine francese “rapporteur“. Questi hanno il compito di redigere un rapporto che rappresenta la posizione del Parlamento su una proposta legislativa da parte della Commissione europea. Ma non sono gli unici che hanno un ruolo importante nel Parlamento europeo. I coordinatori dei gruppi, i relatori “ombra” e i relatori per parere sono tutti attori importanti.

Relatore: Nel momento in cui una commissione decide di creare una relazione, assegna un “relatore”, un deputato incaricato di prepararla. Il relatore elabora un testo, come emendamenti a una proposta legislativa, per essere votato prima dalla commissione e poi in sessione plenaria. Durante questo processo, il relatore discute con altri deputati e consulta esperti durante audizioni specifiche.

Relatore “ombra”: I gruppi politici possono nominare relatori “ombra” per monitorare una relazione, assumendo la responsabilità del tema all’interno del gruppo. Questi relatori giocano un ruolo cruciale nel cercare un compromesso sulla relazione.

Coordinatore: I gruppi politici designano un coordinatore in ogni commissione, che funge da principale portavoce del gruppo. Insieme agli altri coordinatori, prepara le decisioni della commissione, inclusa la nomina dei relatori e la definizione delle procedure. Durante votazioni cruciali, il coordinatore può mobilitare i membri del gruppo e nominare i relatori ombra.

Relatore per parere: Se a una commissione viene chiesto un parere su una relazione preparata da un’altra commissione, si nomina un relatore per parere.

Capire il lavoro quotidiano degli europarlamentari e il loro posizionamento nelle varie famiglie politiche europee è il modo migliore per votare in modo consapevole l’8 e il 9 giugno.

A cura di Youssef Taby.