
EUROPAROLA: SPAZIO
EuroParola è una rubrica a cura dei volontari e delle volontarie della Fondazione Antonio Megalizzi per spiegare in modo semplice le politiche europee a partire da una parola.
L’Unione europea rappresenta un baluardo di cooperazione economica e politica tra nazioni sovrane: un’ambizione senza confini nazionali che, da oltre 50 anni, trascende anche i limiti terrestri. Negli ultimi decenni, l’UE estende il suo raggio d’azione a livelli letteralmente stratosferici – o meglio ultra-stratosferici – , gettando le basi per una presenza europea significativa nello spazio. In un mondo sempre più segnato dalla competizione tra grandi potenze e dalle crescenti minacce alla sicurezza, il settore spaziale emerge come una frontiera strategica di vitale importanza nel quale l’autonomia gioca un ruolo chiave. L’Unione europea, da oltre cinquant’anni, ha fatto dell’esplorazione spaziale una priorità, affermandosi come uno dei più importanti attori spaziali a livello globale.
Grazie ai satelliti inviati in orbita dall’UE, milioni di persone possono comunicare attraverso nuove tecnologie, viaggiare via terra, mare e aria, e sviluppare nuovi modi per migliorare la salute del nostro pianeta. La nuova politica spaziale europea contribuisce, dunque, non solo alla creazione di posti di lavoro e alla crescita e agli investimenti in Europa, ma svolge anche un ruolo chiave nel promuovere la transizione verso un modello economico verde e digitale. Inoltre, fornisce dati spaziali sicuri e di alta qualità che migliorano la gestione delle catastrofi naturali, l’uso del suolo in agricoltura e la sicurezza delle infrastrutture di trasporto ed energetiche. L’UE sta anche lavorando per garantire la gestione sicura e sostenibile del traffico spaziale, rafforzando le capacità tecnologiche di monitorare e tracciare oggetti in orbita e promuovendo l’armonizzazione delle normative a livello europeo. In breve, la politica spaziale dell’UE riafferma il suo impatto diretto e tangibile sulla vita quotidiana dei cittadini europei.
ESA: BREVE CRONISTORIA E PROGETTI DI PUNTA
L’Europa, negli anni ‘60, si ritrova nel bel mezzo di una corsa allo spazio bilaterale, alimentata dalle aspirazioni parallele di egemonia della Guerra fredda. In questo contesto, fatto di delicati equilibri geopolitici, le nazioni europee si rendono conto che i loro progetti spaziali nazionali da soli non avrebbero potuto competere con quelli delle superpotenze: decidono così di riunirli sotto l’egida prima della European Launcher Development Organisation (Organizzazione Europea per lo sviluppo di Vettori, 1962) – per la costruzione del primo lanciatore indipendente dagli USA e dalla Russia – e poi della European Space Research Organization (Organizzazione Spaziale Europea per la Ricerca nello Spazio, 1964). Queste organizzazioni vengono poi congiunte alle agenzie spaziali e alle altre entità di ventidue stati, per andare a formare nel 1975 l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) o European Space Agency.

Immagine della Nebulosa Tarantola, James Webb Telescope. Fonte: Libreria NASA (1)
Secondo l’Articolo II della Convenzione Istitutiva dell’ESA, l’obiettivo principale dell’Agenzia è promuovere e migliorare la collaborazione tra gli Stati europei nel settore della ricerca e della tecnologia spaziale e nelle relative applicazioni, con l’unico intento di utilizzare tali conoscenze per scopi scientifici e sistemi spaziali operativi, mantenendo un carattere esclusivamente pacifico (2). L’Agenzia raggiunge questo scopo tramite l’elaborazione della politica spaziale europea a lungo termine e il coordinamento delle industrie e delle singole entità nazionali in vista dell’integrazione e dello sviluppo delle capacità comuni, il tutto in stretta collaborazione con agenzie spaziali esterne come la NASA. In quest’ottica di integrazione e cooperazione europea e internazionale si inserisce il progetto più significativo dell’ESA: la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
L’impegno dell’ESA nella ISS è un esempio di quanto la collaborazione internazionale sia un elemento cruciale nel campo dell’esplorazione spaziale e permetta all’Europa di giocare un ruolo di primo piano nella ricerca spaziale globale. Mantenere questo ruolo primario è necessario specialmente in vista dell’obiettivo della politica spaziale europea di rafforzare l’autonomia strategica dell’Unione in un mercato che si sta sempre più privatizzando. È infatti importante assicurarsi che le molteplici ricadute che le tecnologie spaziali hanno sui singoli cittadini, sulla geopolitica e sull’economia a livello globale non vengano strumentalizzate da agenti privati difficili da regolamentare. I problemi derivanti dalla gestione privata di queste tecnologie spaziano dall’ambito della mancata regolamentazione dei detriti spaziali (3), alla possibilità di esercitare un’influenza unilaterale ed esente da responsabilità personale e politica su conflitti armati (4) o aree di crisi. Un caso esemplare che rivela come lo sviluppo privato di tecnologie spaziali possa rivelarsi infatti un’arma a doppio taglio sono le dinamiche di potere che recentemente hanno circondato l’uso – e l’abuso – della costellazione privata di satelliti StarLink di casa SpaceX.
L’EVOLUZIONE DEL PROGRAMMA SPAZIALE EUROPEO 2021-2027
È anche alla luce di queste considerazioni che nel marzo 2023, la Commissione e l’Alto Rappresentante Ue hanno presentato la prima comunicazione congiunta per una strategia spaziale europea per la sicurezza e la difesa, puntando a un accrescimento dell’autonomia continentale nel settore e specificando che:
“In un contesto geopolitico caratterizzato da crescente competizione tra potenze e intensificazione delle minacce all’Unione europea e ai suoi Stati membri, i leader dell’UE hanno identificato lo spazio come un settore strategico nel Quadro Strategico e hanno richiesto una Strategia Spaziale dell’UE per la sicurezza e la difesa”.
La comunicazione congiunta completa, allargandone ulteriormente gli orizzonti, il Programma spaziale europeo 2021-2027, entrato in vigore l’1 gennaio 2021 con un Regolamento del Consiglio dell’UE e del Parlamento europeo. Le istituzioni europee riconoscono nel Programma come, visti i recenti sviluppi geopolitici e tecnologici, lo spazio si riconfermi e continui a emergere come un settore cruciale per la stabilità delle dinamiche politico-economiche globali.

Foto di Arek Socha da Pixabay
Gli elementi cardine di questa strategia includono l’obiettivo di promuovere una comprensione comune delle minacce spaziali, migliorare la resistenza e la protezione dei sistemi e dei servizi spaziali nell’UE, potenziare la capacità collettiva dell’UE nel rispondere a qualsiasi attacco o minaccia che possa mettere a repentaglio gli interessi di sicurezza dell’UE e sviluppare capacità spaziali con scopi duplici, inclusi quelli legati alla sicurezza e alla difesa. (5)
L’ESA, e l’Unione con essa, hanno fin da subito saputo riconoscere l’importanza delle tecnologie satellitari, arrivando così a sviluppare in primis uno dei satelliti per l’osservazione della Terra più complessi, Envisat, con importanti benefici, tra gli altri, nel settore della meteorologia. Envisat ha inoltre permesso di comprendere appieno le potenzialità dei sistemi satellitari, spianando così la strada alla progettazione e costruzione di Copernicus: il più avanzato sistema di osservazione della Terra a livello mondiale, che permette di monitorare il cambiamento climatico e di migliorare la gestione delle emergenze e della sicurezza, in quanto primo fornitore globale di big data a livello spaziale, controllando efficacemente il territorio, l’atmosfera e il mare. Tra i progetti spaziali faro dell’UE troviamo anche Galileo, che fornisce copertura – sia per quanto riguarda la geolocalizzazione che altri dati necessari al funzionamento dei sistemi operativi – a più di 2,5 miliardi di smartphone, nonché ad auto a guida autonoma e connesse, ferrovie e trasporti. Il nuovo programma spaziale europeo rilancia ulteriormente le tecnologie satellitari introducendo nuove componenti di sicurezza per far fronte alle attuali sfide geopolitiche (come quelle sopracitate). Un esempio è GOVSATCOM: l’iniziativa di comunicazione satellitare governativa che nasce per assicurare alle autorità nazionali un accesso sicuro alle comunicazioni satellitari, concretizzato in seguito nel progetto IRIS, la nuova costellazione di satelliti europea in programma per il 2027. Inoltre, in quanto agenzia europea, nel realizzare i propri programmi, l’ESA dedica la maggior parte dei suoi finanziamenti all’assegnazione di contratti alle industrie dei suoi stati membri. Di conseguenza, ogni euro investito da uno stato membro nei fondi dell’Agenzia dovrebbe essere reinvestito integralmente e proporzionalmente nello stesso paese attraverso contratti industriali, con notevoli benefici socio-economici localizzati sulle imprese europee, che si concretizzano in un aumento della crescita e della creazione di posti di lavoro (oltre 230.000 posti lavoro e un beneficio sociale calcolato di 6 euro per ogni euro speso nel settore spaziale).
EUROPA: UN FUTURO STELLARE
Lo spazio rappresenta distanze inimmaginabili per antonomasia, eppure ora più che mai si dimostra più vicino a noi di quanto sembri. La rilevanza e l’applicazione delle tecnologie spaziali nella vita quotidiana dei cittadini europei spesso sfuggono a una comprensione immediata, specialmente vista la loro apparente lontananza. Eppure queste vengono utilizzate in numerosi settori che spaziano dall’agricoltura e la pesca, alla risposta coordinata alle emergenze e il monitoraggio delle catastrofi naturali, dal trasporto, la sicurezza stradale e la pianificazione urbanistica, alla collocazione delle strutture per l’energia rinnovabile, dalla comunicazione all’economia digitale (6).
Con l’intensificarsi delle sfide geopolitiche e tecnologiche, siamo chiamati a riconsiderare le nostre strategie socio-economiche e intensificare proporzionalmente l’impegno in un settore tanto decisivo quanto si è dimostrato quello spaziale. L’Unione europea, con la sua agenzia spaziale ESA, gioca oggi un ruolo di primo piano nell’esplorazione spaziale e nell’utilizzo di tecnologie spaziali per migliorare la vita quotidiana dei suoi cittadini, dalla navigazione satellitare all’osservazione della Terra. Il futuro vede l’Europa proiettata verso le stelle, con un’impronta nello spazio che continua a crescere, dimostrando come anche ciò che sembra più distante, sia in realtà sempre più vicino a tutti noi.
A cura di Arianna Stech
Note:
(1) Fonte: Libreria NASA
(2) Ratificazione della Convenzione istitutiva: https://www.edizionieuropee.it/LAW/HTML/54/zn94_01_589.html#_ARTII_
(3) StarLink e i detriti spaziali: https://spacenews.com/starlink-failures-highlight-space-sustainability-concerns/
(4) StarLink e l’Ucraina: https://www.wired.it/article/elon-musk-starlink-ucraina-droni-crimea-rivelazioni-walter-isaacson/
(5) Panoramica sulla Strategia spaziale europea: https://www.spaceconomy360.it/difesa-cybersecurity/difesa-e-sicurezza-ecco-la-nuova-space-strategy-europea/ e https://defence-industry-space.ec.europa.eu/eu-space-policy/eu-space-strategy-security-and-defence_en
(6) Utili infografiche sul Programma spaziale: https://defence-industry-space.ec.europa.eu/system/files/2022-03/EUSpace%20Factsheet%20EN.pdf; https://www.consilium.europa.eu/it/infographics/eu-in-space/