Europarola: Batterie
EuroParola è una rubrica a cura dei volontari e delle volontarie della Fondazione Antonio Megalizzi per spiegare in modo semplice le politiche europee a partire da una parola.
Pile e batterie sono ormai indispensabili nella nostra vita quotidiana in quanto forniscono energia a una lunga serie di oggetti, dai piccoli elettrodomestici, ai cellulari fino alle automobili. La loro importanza è destinata a crescere nel contesto della transizione ecologica per creare un futuro in cui le energie rinnovabili e la mobilità elettrica sostituiscano le fonti e la mobilità fossili. Ma farlo sarà una sfida.
Le sfide delle batterie
La domanda di batterie è in aumento e potrebbe crescere fino a quattordici volte entro il 2030, con l’UE a rappresentare circa il 17% di questa domanda. Questo rapido aumento è collegato all’espandersi del settore dell’elettro-mobilità che include la produzione di auto elettriche. L’aumento della domanda per le batterie è legato anche a quello delle materie prime necessarie alla loro produzione.
Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) nel 2022 il 60% della domanda di litio è stato generato dalle batterie per l’elettro-mobilità, nel 2017 era solo del 15%. Le grandi economie mondiali, come gli USA, la Cina, il Giappone e la stessa UE hanno incluso, oltre al litio, anche altri materiali quali il cobalto e il nichel fra le materie prime critiche. La criticità di queste materie di particolare importanza strategica deriva non solo dal loro valore economico, ma anche dal rischio di approvvigionamento. Riprendendo l’esempio del litio, si stima che oltre la metà delle riserve globali di questo minerale siano nel “triangolo del litio”, una zona a ridosso dei confini fra Argentina, Bolivia e Cile. Proprio il Cile fornisce oltre l’80% del litio importato nell’UE. Come nel caso del litio, quasi la totalità delle riserve UE di materie prime critiche e strategiche proviene da paesi non-UE, con la Cina al primo posto come fornitore di molte di questi preziosi materiali. Questa dipendenza espone l’UE a problemi come la fluttuazione dei prezzi delle materie prime e le interruzioni nella catena di approvvigionamento dovute a cause naturali, come la pandemia da Covid-19, o umane, come le restrizioni cinesi sulle esportazioni di terre rare. La questione dell’approvvigionamento dei materiali necessari nella produzione di batterie è legata a un altro tema che complica il quadro complessivo: quello degli effetti socio-ambientali della catena produttiva.
La quantità totale di litio dipende da diversi fattori come il modello di batteria e la grandezza del veicolo che devono alimentare, ma secondo delle stime sarebbe di circa 8 kg. Per poter far fronte alla domanda di batterie serve dunque una produzione di litio che possa sostenerla. Il litio estratto in America del Sud viene ricavato mediante l’uso massiccio di acqua, circa 2 milioni di litri per produrre una tonnellata del prezioso “oro bianco”. L’industria mineraria nella regione, quindi, va ad aggravare problemi ambientali e sociali legati alla scarsità di acqua in una zona per sua natura arida e nel pieno di una crisi idrica.
Se da un lato le batterie per l’elettro-mobilità possono rappresentare un’occasione per ridurre le emissioni nel settore dei trasporti, occorre però anche considerare questi impatti negativi legati al loro ciclo di produzione. Per far fronte a queste sfide, l’UE ha adottato una serie di strategie che interessano sia la sfera interna europea sia i rapporti con i paesi non-UE.
Come sta agendo l’UE?
Tra le prime azioni dell’UE nel campo delle batterie c’è l’adozione nel 2006 della direttiva 2006/66/CE. La direttiva del 2006 ha il doppio obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della produzione di batterie, vietando l’immissione sul mercato di batterie e pile contenenti alcune sostanze tossiche, e di stabilire norme specifiche sul riciclaggio e trattamento di questi oggetti. In Italia il recepimento della direttiva del 2006 ha portato alla creazione del Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori (CDCNPA) a cui aderiscono i produttori di pile su cui ricade la responsabilità per il fine vita del prodotto e che si occupa di coordinare e monitorare la raccolta di pile e accumulatori esausti. Dal monitoraggio imposto dalla direttiva nel 2020 è emerso che sul totale delle batterie e accumulatori venduti, al primo posto si trova il Lussemburgo, dove è stato raccolto il 68,5%, e all’ultimo il Portogallo, con il 15,6%, mentre in Italia il 43% (media UE 47%).
Nel dicembre del 2020, la Commissione europea ha presentato una proposta per un regolamento europeo sulle batterie. Questa proposta vuole superare la direttiva del 2006 per aggiornare le regole europee con gli obiettivi del Patto verde. Le nuove regole si applicherebbero a tutti gli Stati membri, riducendo la frammentazione delle norme in materia, e interesserebbero tutto il ciclo vita delle batterie. Rispetto alla direttiva del 2006 verrebbero introdotti anche degli obiettivi minimi di riciclaggio per alcune materie prime contenute nelle batterie. Questa novità non solo punta a risolvere il problema della sostenibilità nella produzione di questi oggetti, ma anche a ridurre le dipendenze sull’importazione di materie prime.
L’UE sta inoltre lavorando per dare vita a una catena del valore delle batterie europea. Con lo stop alla vendita delle auto a combustibile fossile dal 2035, l’UE ha deciso di investire nell’elettro-mobilità per ridurre le proprie emissioni. Diminuire la dipendenza da paesi non-UE anche nella produzione di componenti, batterie e veicoli elettrici è dunque fondamentale. Nel 2017 l’UE ha lanciato l’Alleanza europea per le batterie, una piattaforma che riunisce più di 800 membri dell’Unione, e non, del settore pubblico e privato per ciascuna fase della catena del valore delle batterie. All’interno dell’Alleanza è stata istituita l’Accademia europea per le batterie il cui scopo è di formare i lavoratori con le competenze necessarie a potenziare la produzione di batterie e veicoli elettrici in Europa e poter così competere con altre potenze del settore come la Cina.
L’UE sulla buona strada?
Il caso delle batterie evidenzia la complessità della lotta al cambiamento climatico. In particolare, mostra i fili invisibili che legano comunità distanti fra loro. Tuttavia, solo perché invisibili non vuol dire che questi problemi non debbano essere affrontati. Il Patto verde europeo ha introdotto un concetto trasversale di sostenibilità, richiedendo, quindi, di considerare l’impatto ambientale di tutta la catena del valore, sia all’interno dell’UE sia fuori dai confini. Le iniziative europee nel campo delle batterie riflettono questa visione trasversale, come dimostra il processo di superamento della direttiva del 2006 in favore di un regolamento con obiettivi più definiti.
Foto di Андрей Баклан da Pixabay
La creazione di una catena del valore delle batterie europea sarà un elemento chiave per ridurre le dipendenze esterne in un settore economico e tecnologico che sta acquistando sempre maggior attenzione nella lotta al cambiamento climatico. Non solo, l’attenzione per la sostenibilità estesa oltre i confini UE contribuirà quanto meno ad aumentare l’attenzione sull’origine delle materie prime chiave per attuare la transizione gemella. Le scelte di oggi saranno fondamentali per tracciare il percorso del prossimo futuro non solo nell’UE ma anche oltre.
A cura di Marco Niccolò